In dialogo con Ojito: artista circense e molto altro

Ojito corda blu cieloTra colline, cavalli e ulivi si trova Equinolium, la tana di Ojito, l’artista che sto per incontrare.

Ojito è un artista circense che non ama molto le interviste, ma per oggi, ha fatto un’eccezione raccontando un po’ di sé e della sua visione dell’arte.

Ojito è il fondatore materiale e ideale del circo Krom e ne ha creato la visione filosofica di fondo. Il circo Krom è un circo contemporaneo nella cui presentazione Ojito scrive: “Siamo un circo contemporaneo, che ha scelto di vivere lo spettacolo della vita. Per noi fare circo è vita, è l’insieme di tutte le arti, è gioia e dolore insieme. Il nostro chapiteau è il luogo dove ci esibiamo, e dove creiamo laboratori-scuola di circo, teatro, danza…per dare la possibilità a tutti di “tirare fuori” la propria espressività artistica.
Siamo nomadi e amiamo il viaggio oltre ogni barriera imposta. Viviamo in modo comunitario e riconosciamo la terra come nostra unica madre, cercando di rispettarla il più possibile con l’amore per gli animali, il riciclo e il riutilizzo di materiali di scarto. Ci proponiamo di sperimentare spazio e tempo, scegliendo di vivere rinunciando ai ritmi frenetici imposti dalla società odierna per realizzare, crescere, condividere, creare e…sognare…”

Rivolgo all’artista qualche domanda e mentre lo ascolto rispondere con il suo accento greco e le sue narrazioni oniriche mi sento un po’ fuori dal tempo e dello spazio.

Ojito 1

Raccontaci un po’ di te e di come sei diventato clown

Sono nato il 3 marzo del 1984 a Salonicco in una allegra e numerosa famiglia dove sono stato il primo di 12 figli. Mio padre giocava spesso con noi e con gli altri bambini del quartiere. Ho lasciato la scuola abbastanza presto e quando ci andavo a volte entravo in classe direttamente dalla finestra posta al secondo piano visto che già mi piaceva fare il funambolo e arrampicarmi sugli alberi.

A 14 anni ho incontrato un amico giocoliere e mi è capitato di vedere in video il  Cirque du Soleil. Si può dire che è iniziato tutto da lì, la mia energia si è come risvegliata. Ho iniziato così e a 17 anni già lavoravo come trampoliere e giocoliere.

Ojito bianco e nero

Cosa è oggi come oggi il circo?

Prima di tutto il circo è una dimensione internazionale, aperta, multiculturale alla quale non si addice il concetto di confine o di frontiera. Il circo lo fanno gli artisti e non si diventa artista o clown con la disciplina o con l’allenamento si tratta di essere più che di diventare. Se non c’è dentro qualcosa di folle se non si è un po’ il jocker non si è artisti.

Per stare in un circo bisogna sentirsi parte di una famiglia, di una comune, non basta saper fare qualcosa di artistico.

A volte restare fedeli alla propria visione del mondo è molto duro e si possono perdere amici per questo, si può essere giudicati o allontanati. Essere circense vuol dire essere animati dalla voglia di libertà, dalla voglia di sconfiggere l’ignoranza e dal profondo desiderio di cambiare il mondo.

Se sei un giocoliere ma non vuoi cambiare il mondo allora sei soltanto la metà di quello che potresti essere.

E poi, soprattutto il circo è festa.

Ojito circo

Ma allora cosa deve saper fare un clown per definirsi tale, secondo te?

Tutti possiamo essere un clown perché tutti portiamo un clown dentro di noi.

Il clown è colui che ti fa “piangere o ridere” e il clown più bravo è quello che riesce a farlo toccandoti più profondamente e se poi lo riesce a fare con meno cose possibile è meglio.

Quanto allenamento c’è dietro ai tuoi spettacoli?

Fino a 25 anni mi sono allenato costantemente e intensamente oggi ho imparato ad allenarmi anche facendo altre attività più legate alla natura.

Ojito disegno

Di cosa pensi che abbiano bisogno i bambini oggi, per poter crescere bene in questa società?

I bambini sono le chiavi del paradiso. Il mondo dovrebbe essere più a misura di bambino offrendo spazi pensati e costruiti per loro. Gli adulti dovrebbero giocare di più con i bambini e imparare a riconoscere i loro reali bisogni.

Il nostro stile di vita (cibi, vita sedentaria, prodotti chimici, ambienti, certe modalità educative iperprotettive) ci indebolisce molto e per rinforzarsi i bambini avrebbero bisogno di esperienze maggiormente a contatto con la natura e con l’aria aperta e con gli animali per mettere alla prova il loro corpo e le loro capacità ma anche per sperimentare la libertà di superare i loro “limiti”.

Anche la scuola potrebbe essere ripensata e riorganizzata a misura di bambino (tanti argomenti che si affrontano sono inutili all’età in cui vengono proposti).

Il futuro sono i bambini: è necessario migliorare l’educazione e le modalità dei genitori, della scuola, della società per far crescere i piccoli nel miglior modo possibile.

Ojito città

Che rapporto c’è tra circo tradizionale e circo contemporaneo?

Il circo contemporaneo nasce e si sviluppa dal circo tradizionale e questo va riconosciuto. Non si può essere contro il circo tradizionale perché tutto nasce da lì e tutti noi dobbiamo molto a quel modo di fare spettacolo (animali, freacks, pista rotonda etc..).

In Italia ci sono città come Bologna, per esempio, che incoraggiano molto la diffusione e la ricerca delle arti circensi appoggiandole con progetti e fondi e favorendone così la diffusione, altre città invece, al contrario, sembrano ostacolarle in ogni modo.

A differenza dei circhi tradizionali che si fermavano ai confini della città e costituivano un mondo chiuso che andava e veniva senza lasciare traccia, oggi molti circhi contemporanei invadono la città per promuovere progetti interculturali e di ricerca artistica e sociale come succede, per esempio, con El Grito o con il Forum Nuovi Circhi promosso da FNAS che intendono favorire l’incontro delle comunità di circo con la comunità residente e coinvolgere sempre di più il pubblico.

Come definiresti Equinolium, questa realtà che hai fondato qui, in Toscana, tra ulivi e querce centenarie?

Equinolium è un luogo dove arte e natura si fondono e stanno in sintonia. Un luogo appena nato aperto alla collaborazione con sognatori di ogni tipo purché animati da opinioni “diverse”. Un luogo di accoglienza, dove si può imparare l’arte e dove si può imparare a sintonizzarsi con le esigenze della natura. La natura va curata e la cura della natura è un’arte. Chi crede che la natura vada lasciata in pace, nella sua selvaticità ha ragione ma è anche vero che per ragioni di sopravvivenza si può anche dominare la natura: togliere erbe nocive per fare crescere le buone, tutto è un’arte.  Prendendoci cura della natura impariamo sempre di più e possiamo allenare il nostro corpo e il nostro spirito, accrescere la nostra energia, giocare. Tutto questo significa stare aperti alla diversità e riconoscerlo come un privilegio. Equinolium è aperto ad ogni tipo di proposta e di collaborazione. Abbiamo il cavallo, maestro di umiltà e di pazienza ma anche di naturalità e di libertà. Imparando a comunicare con il cavallo e apprendendo il suo “linguaggio” è possibile rendersi conto che è necessario lavorare costantemente con la propria presenza in un modo psicomotorio e ciò porta a migliorarsi sempre. Infine, a Equinolium produciamo olio, questo regalo che la natura ci offre quando è curata, olio che per noi è oro e tesoro.

Questo rapporto tra uomo e natura è un qualcosa su cui interrogarsi sempre: l’uomo è intervenuto ormai su quasi ogni processo naturale con progressi senza limiti. Tuttavia è necessario stabilire cosa togliere e cosa tenere di tutto questo, sperimentare nuove modalità di intervento più rispettose dell’ambiente e di chi lo popola. Vogliamo percorrere strade nuove, esplorare modalità, continuare a riflettere su come agire nei confronti dell’ambiente consapevoli che questo richiede forza e energia costanti. La famiglia, gli amici e l’amore ci rendono più forti aiutandoci a fare sempre del nostro meglio.

Ojito su cavallo

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