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Intervista: ERIKA GABBANI, “Nasonero”

Tra colline dolci di viti e ulivi, ville e macchia mediterranea, nonostante minacce varie e ripetute alla sua delicata, ricercata e pacifica bellezza, equidistante da Pisa e da Livorno, resiste Crespina. Un paese dal fascino ottocentesco e dal carattere decisamente raffinato dove l’arte è di casa, la si respira, la si vede, la si tocca grazie ad un passato da difendere e celebrare con sempre più convinzione.

Veniamo ai giorni nostri. Proprio da Crespina arriva Erika Gabbani, una metà dell’artista Fupete – l’altra metà è Daniele Tabellini –, ed è venuta a trovarci, con nostro grande piacere e gratitudine. La caratterizzano esperienze internazionali, cicli di mostre in Italia e all’estero, organizzazione di eventi e iniziative culturali, produzioni artistiche dal carattere decisamente hard rock, articoli, cataloghi, una grande professionalità e una recente e  crescente attenzione al mondo dell’infanzia, con laboratori e interventi personalizzati.

Conosciamola meglio…

Disegno Storie - fupete_nova_2012_wip_20
“Nova 2012”, San Paolo, Brasile

Ciao Erika, che rapporto avevi da piccola con il disegno? 

La linea di confine sono state le medie. C’è stato un prima e un dopo. Prima ho disegnato sempre. Disegnavo per vari motivi. Disegnavo per passare il tempo, quando non mi vedevo con gli amici, disegnavo vestiti per le mie bambole e li producevo, disegnavo per la scuola, un sacco di cartine geografiche, un sacco di disegni a educazione artistica e un sacco di disegni/illustrazioni per esprimere meglio quello che volevo dire in un tema. Alle medie mi occupavo sempre di disegnare i titoli dei manifesti di scuola, ero richiesta per i caratteri cubitali e per le idee su come impostare le cose. Mi ricordo che feci anche il loghetto della classe, la 3A, due palme incrociate e un’amaca. Già sapevo cosa mi piaceva!! Adoravo la mia professoressa, mi dava un sacco di stimoli, mi mettevo ad osservarla mentre disegnava e imparavo così. Mi è sempre sembrato naturale disegnare e colorare, talmente naturale che era come respirare, era un tutt’uno per me.  Poi le superiori… tan tan tan tan… volevo fare il Liceo artistico a Lucca, ma secondo i miei era troppo distante e soprattutto, la scelta, secondo loro, era poco pratica. Perciò Ragioneria, dove per sopravvivere allo schifo, mi inventai gli schemi di economia aziendale più belli della scuola.

Disegno Storie - erika_barcellona
Erika, Spazio Rojo, Barcellona

Chi sei adesso?

Sicuramente sono un essere camaleontico e da una ventina di anni mi occupo di arte contemporanea, in vari modi e sotto vari nomi: Erika Gabbani, Gerjka, Erika Nasonero, Nasonero, Fupete, Cresperimentart, Drawingalive… Ho iniziato come curatrice d’arte a Crespina (PI), durante i primi anni di Università: da piccole mostre, volte a diffonde e promuovere l’arte, a ideare contenitori d’arte, come il festival CresperimentArt. Poi Roma, dove dopo la laurea in Storia dell’Arte, ho fatto un Master presso il MLAC – Museo Laboratorio d’Arte Contemporanea de La Sapienza e ho conosciuto Daniele, la mia metà nella vita e nel lavoro. Abbiamo fondato insieme Studio Fupete, un ciclo di mostre di artisti italiani e internazionali, e uno studio di grafica, di cui sono design manager e producer. Sono iniziati i viaggi, il Messico, il Brasile e giri e giri in Italia ed Europa e il nostro ultimo festival internazionale Drawingalive. Nel frattempo, come campo base siamo tornati in campagna, soprattutto io, la adoro, e con Daniele abbiamo fondato Nasonero, il nostro studio associato, che questo anno compie 6 anni. Sono anche artista, per adesso molto timida, ma metà di Fupete, il nostro alter ego artistico, non solo come manager e curatrice come all’inizio, da un po’ di anni mi occupo anche di inventare e realizzare idee e progetti. Non c’è tutto quello che abbiamo fatto sui nostri siti web, ma il feeling e l’atmosfera ci sono tutti: www.fupete.comwww.drawingalive.netwww.nasonero.com

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Fupete “Headempty”

Chiara, bambini, dislessia…

Con Chiara ci conosciamo dai tempi delle primarie, poi abbiamo avuto giri diversi ma negli ultimi anni ci siamo conosciute meglio, durante le nostre ore di Jogging in campagna. Io mi stavo occupando di corsi di disegno e lei era affascinata dall’arte, … parlando e parlando, grazie a Chiara, mi occupo di dislessia e bambini. Una delle attività che negli ultimi anni più mi affascinano. In quelle ore, passate con i bambini, mescoliamo di tutto, schemi, mappe, chiacchierate, video, ballo, teatro e tante risate… per me, anche questo è fare arte, è un altro lato della medaglia, uno bello.

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Fupete Creations
Disegno Storie - erika_travelling Disegno Storie - erika_drawingalive_cittadelmessico
Erika Gabbani e Daniele Tabellini, “Fupete”, Travelling “Drawingalive”,
Città del Messico

(Photo © courtesy Erika Gabbani, tutti i diritti riservati.)

Intervista: ARIANNA LOMBARDI “Io e l’arte”

La nostra prima graditissima ospite è Arianna Lombardi: pittrice e musicista, oltre che insegnante di Yoga.
Le sue opere sono ricche di colori accesi, la forza delle linee e dei tratti, insieme al carattere dei materiali utilizzati, imprimono una connotazione personalissima che si impone con determinazione all’attenzione di chi osserva.
È possibile conoscere le sue numerose e varie attività direttamente sul suo sito
Che rapporto aveva con l’arte “Arianna bambina” e come si è trasformato nel tempo questo rapporto speciale?

Credo che fin da bambina sono stata “arte”.

L’arte è strettamente connessa alla capacità di trasmettere messaggi ed emozioni soggettive.

Un ricordo vivo del passato, riguarda la mia maestra delle elementari, che, lamentandosi con mia madre, le ricordava che ero troppo emotiva e che questa emotività in qualche modo andava calibrata!

Emotività!

E’ stata la mia forza nella vita; l’emotività ci connette con l’anima, le percezioni, le sensazioni: la vista, il gusto, il tatto, l’olfatto, l’udito…. tutti i sensi concorrono all’esaltazione dell’emotività e ad una sua rappresentazione nel campo che più ci rispecchia.

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Devo dire che gran parte della mia produzione artistica, risale ai momenti più bui o di tensione che ho passato; le tele, come altri materiali, sono state le mie pagine bianche, dove mettere nero o colore su bianco le mie emozioni più profonde, dando espressione estetica alle esperienze personali.
Mi ricordo ancora bambina, ascoltando la primavera di Vivaldi, il foglio vergine e l’odore dei pastelli che un pò come le sirene di Ulisse, mi traghettavano lontano, dando forma ai suoni della primavera.
Che bellezza…. Avrei disegnato e suonato tutto il giorno!
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Nell’età adolescenziale, la scelta di un’istituto artistico, mi ha permesso di approfondire tecniche varie e lo studio dell’arte.
E’ interessante notare, come lungo l’arco delle nostre vite, le esigenze di un ‘individuo cambino, la maniera di fare arte cambi, ma sempre arte resta.
Le sperimentazioni del ready made, stile Duchamp, lo studio tridimensionale utilizzando l’argilla, la grafica pubblicitaria, lo scrivere articoli su una rivista specializzata sulla passione del momento (il wind surf), tirare su un locale per la musica dal vivo, creando atmosfere underground, tutto è arte, trasmettere, appunto, dei messaggi.
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Ad un certo punto il buio.
Anni di non produttività…… ma arriva lo yoga.
Tutto ciò che ho descritto fino ad adesso, traslato nelle pratiche.
Mettere su una lezione di yoga ha il medesimo iter di una composizione artistica, anche musicale: progressione, ritmo, pausa, spazio, colore, immaginazione, è pura arte, una vertigine di infinito!  
La mia vita è arte, dal cucinare, dal coltivare le relazioni, da come prenderà forma il mio orto, da come sarà la mia futura casa.
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L’arte è quell’ingrediente che da’ sapore alla vita, portandoci oltre i limiti, i pregiudizi, affondando nell’infinito, dove tutto è possibile.
E adesso?
Adesso insegno yoga e meditazione a tempo pieno, mi diverto a suonare il flauto e l’armonium, questa è la mia arte attuale; ma non ho abbandonato l’arte intesa come arte applicata, perché durante il periodo estivo, mi “diverto” a dipingere piccole miniature di paesaggi toscani e di città d’arte con tecnica mista (acquarello e china).
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Devo dire la verità, quando dipingo, il tempo non esiste, mi calo nei colori che daranno forma alla miniatura e mi sento un tutt’uno con la mia anima, essere nella bellezza in quel preciso istante con tutta me stessa……. pura arte della meditazione!

Per me non esiste un unico linguaggio artistico e neppure un’unico codice di interpretazione, sta’ a noi trovare il giusto canale di espressione, per esprimere tutta la passione che è dentro di noi, che altro non è che passione per la vita.
                                                                                                           Arianna Lombardi